La lega di Matteo Salvini propone di abolire per legge l’uso del femminile negli atti pubblici, prevedendo addirittura una sanzione per chi non si adegua.
Un disegno di legge arcaico, fuori dal tempo che, oltre a sottolineare una significativa ignoranza in merito all’uso della lingua italiana, mina in modo inconfutabile la cultura del rispetto e della parità di genere, che passa anche dal linguaggio che utilizziamo nel nostro quotidiano.
Non potevamo aspettarci altro da una coalizione che ha espresso la prima Premier il cui primo atto dopo l’insediamento è stato quello di intimare di essere appellata al maschile. Perché si sa, la donna per questo centrodestra esiste solo nella misura in cui agisce e si esprime con il linguaggio maschile.
Nella nostra Regione abbiamo approvato nella scorsa legislatura un regolamento in tal senso: ci auguriamo non venga messo in discussione dal centrodestra, che fa già fatica ad applicarlo; anzi rilanceremo presentando una mozione per renderlo attuativo ed estenderlo alla giunta.