Escludere Roma Capitale, istituzione proprietaria dei teatri e finanziatrice del Teatro di Roma con 6,5 milioni l’anno, dalla scelta del nuovo direttore generale è di per sé una decisione folle e rappresenta un atto di prepotenza istituzionale da parte delle destre, sempre più impegnate ad occupare posizioni con metodi opinabili. Questo è l’ultimo di una lunga serie di assalti alle istituzioni culturali del Paese che non possiamo accettare.
All’assessora della Regione Lazio Baldassarre che ha parlato di protervia delle opposizioni, rispondo che arrogante è il comportamento di chi, infischiandosene del concetto di libertà propria delle prestigiose istituzioni culturali, gioca ad occupare posizioni senza alcun rispetto.
Bene ha fatto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri a dire che farà il possibile per porre fine ad una vicenda grottesca così come bene ha fatto il PD in Campidoglio ad annunciare la presentazione di una mozione in aula Giulio Cesare.
Peraltro, gli stessi rappresentanti del mondo teatrale e della cultura di Roma sono già in agitazione. Tutti segnali che non possono restare inascoltati.
Meloni e Rocca rivedano questa scelta: la cultura è libertà.